3. Analisi del consumo dei prodotti farmaceutici e non farmaceutici.


Capitolo 3. Analisi del consumo dei prodotti farmaceutici e non farmaceutici.

3.1. Introduzione.
Sono ormai trascorsi sei anni dalla “nascita” delle parafarmacie e dei Corner GDO e si può cominciare a fare qualche considerazione sullo stato attuale di queste realtà e sui loro possibili sviluppi futuri.
Per comprendere se le parafarmacie e i Corner GDO costituiscano realmente fonte di concorrenza per le farmacie, e una maggiore offerta di servizi al cittadino, è necessario, prima, analizzare il contesto del mercato farmaceutico italiano e la situazione dei prezzi dei medicinali in Italia, soprattutto per quanto riguarda farmaci SOP e OTC.

3.2. Prezzi dei medicinali senza obbligo di prescrizione in Italia. 
Il processo di determinazione dei prezzi introdotto dal “Decreto Bersani” 2 secondo cui ogni titolare di esercizio commerciale, sia esso farmacia, parafarmacia o Corner, può stabilire liberamente sconti sul prezzo stabilito dal produttore per quanto riguarda farmaci senza obbligo di prescrizione, ha innescato dinamiche competitive con una conseguente differenziazione dei prezzi di questi medicinali a favore del cittadino.
A conferma di questo abbiamo assistito negli ultimi anni ad una notevole riduzione dei prezzi di tali madicinali soprattutto nei Corner GDO 24. Infatti, il valore medio di vendita di SOP e OTC nel 2011 si attesta a 7,2 euro in farmacia, 6,8 euro in parafarmacia e 5,6 euro presso i Corner GDO (Tabella 1).

Tabella 1. Prezzi medi dei farmaci senza obbligo di prescrizione nel 2011.

Bisogna, però, constatare che, nonostante parafarmacie e Corner GDO presentino prezzi medi generalmente più bassi e le farmacie , invece, negli ultimi anni abbiano registrato un incremento dei prezzi, questi fattori non sembrano modificare le abitudini degli italiani che continuano a vedere le farmacie come canale preferenziale di acquisto.

3.3. Mercato farmaceutico e non farmaceutico in Italia.

3.3.1. Mercato farmaceutico.
Nel 2010 il rapporto spesa sanitaria/PIL è pari al 9,6%, inferiore alla media degli altri paesi europei (VIII Rapporto Sanità CEIS (Centre for Economic and International Studies) Università di Roma Tor Vergata “Opzioni di Welfare e integrazione delle Politiche” Roma, 13 giugno 2012). Il totale della spesa sanitaria è costituito per il 7,4% da spesa pubblica e per il 2,2% da spesa privata. Secondo quanto comunicato dal Governo nel Documento di Economia e Finanza 2012, il peso della spesa sanitaria pubblica sul PIL nel 2011 è stato pari al 7,1%. Sul medio lungo periodo tale dato tenderà a rimanere stabile (previsione rapporto spesa sanitaria/PIL al 9,0% nel 2060).
La spesa farmaceutica (Rapporto OCSE Health Data 2012 pubblicato in giugno 2012. OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico: organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri, paesi sviluppati aventi in comune un sistema di governo di tipo democratico ed un'economia di mercato) costituisce circa il 18,2% della spesa sanitaria, superata soltanto dalla spesa per beni e servizi e da quella per il personale. In Italia il peso della spesa farmaceutica sul PIL è dell’ 1,2%, lievemente inferiore alla media europea (1,4% - Dati Eurostat 2011). Sulla base di questi dati si può capire come una parte importante del PIL sia spesa come investimento in termini di salute per l’intera popolazione. Ancor più interessante è che la spesa farmaceutica rappresenta una grande fetta della spesa per la salute sia da parte dei singoli cittadini che dello Stato.
Dal 2008 in poi, col persistere della crisi economica, è aumentato il ricorso alla prescrizione medica (Elaborazione Anifa su dati IMS Health e IRI. Ricompresa nella pubblicazione annuale “Numeri e indici dell’automedicazione 2012” edita dall’Ufficio Studi di Anifa (Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione ) appartenente a Federchimica), per evitare una spesa diretta per i farmaci. Da quel momento, infatti, i cittadini hanno sviluppato una preferenza per le classi rimborsabili (classe A - ricetta rossa) rispetto a quelle non rimborsabili a carico del cittadino (classe C - ricetta bianca).
Di conseguenza, nel triennio 2009-2011 sono aumentate le vendite dei farmaci di classe A rimborsabili dal SSN, mentre i farmaci di classe C non rimborsabili e farmaci SOP ed OTC a carico del cittadino, sono calati in termini di vendite al pubblico. Come si evince dalla Figura 2, ponendo a 100 il valore delle vendite delle tre categorie di medicinali nell’anno 2009, siamo in grado di osservarne l’andamento.
Figura 2. Andamento delle vendite nel triennio 2009-2011 per le tre categorie di farmaci.
Il contesto economico, quindi, influenza positivamente o negativamente la propensione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini.
3.3.2. Mercato non farmaceutico.
Nel 2011 il mercato della salute nel suo complesso ha raggiunto valori di quasi 27 miliardi di euro. Del totale rappresentato dal mercato della salute, il 29,1%, per un valore di oltre 7,8 miliardi di euro, è costituito da prodotti non farmaceutici che crescono di circa un punto percentuale rispetto all’anno precedente 24 (Figura 3).
Figura 3. Composizione del mercato della salute anno 2011.

Come si può notare (Figura 3) il mercato non farmaceutico è costitutito da differenti settori: i prodotti parafarmaceutici non registrati (28,0%), che sono: strumentazioni medico-chirurgiche e diagnostiche, prodotti per la medicazione, prodotti per la vista (es. lenti a contatto), prodotti per bambini e per anziani (prodotti antidecubito, per problemi vescicali, etc.), inoltre possiamo trovare i prodotti cosmetici (igiene e bellezza, 29,9%), i nutrizionali (7,6%) e i notificati (34,5%). Secondo la classificazione IMS Health, sono prodotti notificati gli erboristici, gli omeopatici, i PMC (Presidi Medico Chirurgici), gli integratori/vitamine più altri prodotti. Pur considerando le opportune differenze tra i diversi settori, si può notare come tutti i prodotti non farmaceutici registrino un aumento delle vendite.


3.3.3. Mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione.
Per quanto riguarda il comparto dei farmaci senza obbligo di prescrizione, il 2011 è caratterizzato da un sempre maggiore consolidamento degli effetti delle misure che, dal 2006, hanno modificato l’assetto del settore. In particolare, la liberalizzazione nei campi della distribuzione e della determinazione dei prezzi. Questi cambiamenti hanno garantito nel tempo una maggiore concorrenza del mercato a favore dei cittadini.
Inoltre, il 2011 è stato caratterizzato da passaggi di prodotti/confezioni in automedicazione, secondo quanto stabilito nel “Decreto Salva Italia” 7. Questa operazione di delisting di alcuni farmaci da medicinali con obbligo di prescrizione a medicinali senz’obbligo di prescrizione, è un importante segnale che punta a un maggiore dinamismo nel campo del mercato farmaceutico e ad una maggiore concorrenza tra i diversi canali distributivi. Tale concorrenza si pone come obbiettivo ultimo una maggiore offerta al cittadino, ma anche, un risparmio in termini economici sia per i singoli che per lo Stato. Ciò nonostante, il mercato risente della mancanza di principi attivi non ancora disponibili senza prescrizione, ma anche di una sempre maggiore concorrenza da parte dei prodotti salutistici, fenomeno, questo, che si è sviluppato soprattutto negli ultimi anni.
In conclusione, il mercato SOP e OTC risente della mancanza di alcuni principi attivi non disponibili senza prescrizione medica, nonché della sempre maggiore concorrenza dei prodotti non farmaceutici anche se nell’ultimo anno ci sono stati diversi cambiamenti che hanno portato ad un ampliamento dell’offerta per quanto riguarda SOP ed OTC, come il delisting avvenuto a seguito del “Decreto Salva Italia” 7.
Alcuni esempi degli ultimi switch: Omeprazolo da classe A ad OTC e magnesio idrossido + algeldrato da classe A ad OTC (già in automedicazione con differente dosaggio) a cui vanno affiancati altri prodotti a base di pantoprazolo già “switchato” in Europa da luglio 2009. Tra i nuovi principi attivi, va aggiunto un prodotto a base di collagenasi “switchato” da classe C con obbligo di prescrizione a SOP nell’area dei dermatologici. Inoltre, i passaggi di prodotti/confezioni di principi attivi già senza obbligo di prescrizione hanno riguardato: levocabastina, ketoprofene (compresse) ed econazolo da classe C con ricetta a OTC; ambroxolo, beclometasone e flurbiprofene da classe C con obbligo di prescrizione a SOP. Alcune confezioni di importanti mucolitici (ambroxolo e acetilcisteina), alcuni prodotti a base di antinfiammatori non steroidei – FANS (diclofenac, ibuprofene isobutanolammonio, benzidamina), alcuni antipruriginosi e corticosteroidi topici (prometazina, idrocortisone in associazione). Tutti questi sono segnali positivi che fanno auspicare un possibile, futuro dinamismo in questo mercato.
Per quanto concerne i soli farmaci OTC bisogna valutare un altro elemento, e cioè, che questi farmaci hanno accesso alla pubblicità e alla comunicazione al pubblico. Queste costituiscono uno strumento essenziale per l’automedicazione responsabile in quanto possono essere utilizzate per diffondere al pubblico informazioni essenziali per la conoscenza ed il corretto utilizzo di questi farmaci. Infatti, è attraverso la pubblicità che il cittadino può essere informato sulla disponibilità di determinati rimedi, validi per il trattamento delle patologie minori e curabili senza la prescrizione del medico. In conclusione, la pubblicità dei farmaci OTC da la possibilità al cittadino di orientarsi e di comprendere le diverse opzioni terapeutiche presenti sul mercato.
Parlando di pubblicità bisogna considerare anche quelle che riguardano i prodotti non farmaceutici, che vengono presentati come risolutivi per la cura di lievi patologie, ponendosi così in concorrenza con i farmaci OTC. Questo è possibile grazie al fatto che, i prodotti non farmaceutici, vengono ritenuti come assimilabili a prodotti alimentari e quindi non soggetti a particolari normative nel campo della comunicazione, con la sola clausola di non porsi come in grado di prevenire, curare o guarire malattie. Al contrario, i farmaci OTC devono rispettare le norme esposte nel Decreto Legislativo 219/2006 6 che ne definisce i contenuti pubblicitari: la pubblicità deve inoltre essere autorizzata dal Ministero della Salute.
Alla luce di quanto detto appare chiaro come il consumatore spesso sia indotto a scegliere alternative non farmaceutiche rispetto ai farmaci OTC, fenomeno questo che spiega la crescita costante del comparto non farmaceutico a danno degli OTC.
A riconferma dell’importanza che la pubblicità riveste in questi due settori, nel 2011 si registra che le spese pubblicitarie raggiungono quasi i 237 milioni di euro, di cui il 70% è stato investito in spot pubblicitari televisivi. I prodotti che si avvalgono maggiormente della comunicazione pubblicitaria sono:
·         i prodotti per il sistema respiratorio;
·         gli analgesici e antidolorifici;
·         le vitamine e integratori;
·         i gastrointestinali.

3.3.4. Fattori che possono influenzare il mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione. 
Il mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione non è equamente diviso tra farmaci SOP ed OTC (Figura 4). Come si può notare dalla figura, infatti, la maggior parte del mercato senza obbligo di prescrizione è rappresentata dai farmaci di automedicazione (AM).
Figura 4. Suddivisione del mercato senza obbligo di prescrizione tra farmaci SOP ed OTC.
La stagionalità (Pubblicazione annuale “Numeri e indici dell’automedicazione 2012” edita dall’Ufficio Studi di Anifa, capitolo II “Il mercato farmaceutico in Italia nel 2011”) è uno dei fattori influenzanti. Infatti, i farmaci SOP e OTC che vengono utilizzati solo al bisogno, nel breve periodo, risentono delle dinamiche epidemiologiche, a loro volta dettate dalle condizioni climatiche stagionali. A conferma di ciò si può notare come il mercato SOP e OTC 2011, abbia risentito di un autunno e di un inizio di inverno (III e IV trimestre) con temperature più elevate rispetto all’anno precedente, con conseguente ritardo della stagione influenzale che ha portato ad una contrazione delle vendite (Figura 5).
Figura 5. Andamento trimestrale dei volumi di vendita di SOP e OTC 2010/2011

Un altro fattore che influenza il mercato SOP ed OTC è costituito dal fenomeno dello switch di medicinali da una categoria ad un’altra. Questo, tuttavia, è un fattore che agisce differentemente nel mercato SOP rispetto a quello OTC. Infatti, negli ultimi anni:
·         i farmaci SOP registrano una diminuzione del fatturato e dei volumi di vendita;
·         i farmaci OTC invece registrano una crescita delle vendite a valori mentre le vendite a volumi si contraggono.
Questo è dovuto al fatto che i farmaci SOP hanno risentito di alcuni switch di prodotto da SOP ad OTC. Mentre gli OTC hanno beneficiato di questi switch ed inoltre hanno assistito ad una stabilizzazione dei prezzi, fattori che insieme hanno portato ad una crescita delle vendite a valori.
Inoltre, i farmaci SOP e OTC vedono la crescita della concorrenza da parte dei prodotti così detti salutistici a connotazione farmaceutica, che tuttavia non sono farmaci (integratori, omeopatici, prodotti a base di erbe, etc.).
Tali prodotti, pur essendo mediamente più cari (Tabella 2) rispetto ai farmaci SOP e OTC, sfruttando i minori vincoli che disciplinano la loro immissione in commercio e la comunicazione al pubblico, riescono a rappresentare per il consumatore una valida alternativa ai farmaci di automedicazione. Questo, nonostante, la notevole differenza di prezzo che esiste tra le due categorie, come si evince dai dati (Il monitoraggio dei trend di variazione dei prezzi è stato realizzato da IMS Health che ha implementato un osservatorio per la rilevazione degli Indici di Prezzo utilizzando la metodologia dell’indice di Laspeyres (la stessa utilizzata dall’ISTAT per il calcolo delle variazioni del livello generale dei prezzi e quindi per la costruzione dell’Indice dei Prezzi al Consumo). Tratto del capitolo II “Il mercato farmaceutico in Italia nel 2011” Anifa 2012):
        i SOP e OTC costano mediamente 7,2 euro;
         i prodotti notificati costano mediamente 13,2 euro (secondo la classificazione IMS Health, sono prodotti notificati gli erboristici, gli omeopatici, i PMC, gli integratori/vitamine ecc).
Tabella 2. Prezzo medio dei farmaci venduti in farmacia.

Da anni, si osservano trend di crescita sostenuti per i prodotti non farmaceutici che stanno erodendo quote di mercato ai farmaci SOP e OTC.

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