5.1. Differenze
tra Nord e Sud d’Italia.
A livello nazionale
i farmaci SOP e OTC coprono l’11,6% del mercato farmaceutico totale (11,4% nel
2010).
Per la
vendita di SOP e OTC si mantiene un’ampia differenziazione regionale tra Nord e
Sud: si va da un’incidenza intorno all’8,2% per la Sicilia e la Calabria ad un
peso che supera il 17,9% in Trentino.
I farmaci SOP e OTC presentano trend essenzialmente
speculari: le Regioni dove è maggiormente diffuso il ricorso ai prodotti OTC –
quelle del Nord – sono quelle dove l’incidenza per la spesa farmaceutica a
carico dello Stato è nettamente inferiore rispetto alla media nazionale e
viceversa (Figura 10).
Figura 10.
Incidenza spesa per farmaci senza obbligo di prescrizione nelle regioni
italiane – anno 2011.
In particolare, per i farmaci SOP, la spesa media
nazionale è di 36,5 euro, mentre la spesa procapite regionale si colloca
all’interno di un intervallo che va dai 50,6 euro della Valle d’Aosta ai 25,2
euro della Basilicata. Per i farmaci OTC, la media nazionale è di 27,6 euro,
che va da un minimo di 18,4 euro della Basilicata a un massimo di 40,1 euro
della Valle d’Aosta (Figura 11).
Figura 11. Spesa pro-capite per farmaci senza obbligo di prescrizione nelle regioni italiane – anno 2011.
La distribuzione territoriale dei nuovi canali di
vendita vede una differenziazione piuttosto marcata fra parafarmacie e Corner
della GDO. Le prime, infatti, sono concentrate prevalentemente nel sud Italia
(44,0%), con una relativa omogeneità al centro (29%) e al nord (27%) 25. Mentre i Corner della GDO sono dislocati
prevalentemente nel Nord del Paese con una quota del 50% circa.
La differenza dipende dal diverso tessuto produttivo
italiano e dal fatto che la parafarmacia, specie nell’immediato, rappresenta,
soprattutto al Centro-Sud, una opportunità occupazionale.
Anche se il nostro Paese è fra quelli più rilevanti in valori assoluti, è
importante sottolineare come le dimensioni del mercato italiano dei farmaci SOP
ed OTC siano, in realtà, meno della metà rispetto a quelle dei principali Paesi
europei, mentre il mercato dei farmaci etici ha dimensioni, anche se inferiori,
maggiormente allineate a quelle di Germania, Francia e Gran Bretagna. I valori
che emergono pongono in evidenza come il mercato dei farmaci SOP ed OTC in
Italia sia meno sviluppato rispetto a quello dei più rilevanti Paesi Europei (è
pari a circa il 40% del mercato tedesco e francese e a meno del 60% di quello
inglese), pur essendo questi Paesi molto simili all’Italia sia dal punto di
vista economico che sociale.
Infatti il mercato italiano, con l’11,6%, è tra i
mercati principali di vendita dei farmaci quello in cui, insieme alla Spagna
(10,6%), il comparto dei farmaci senza
obbligo di prescrizione pesa meno rispetto al mercato farmaceutico
nazionale.
La situazione dei canali di vendita in Europa è
molto eterogenea. Infatti, manca una legislazione comunitaria che regoli i
canali di distribuzione dei farmaci.
In linea generale è possibile ricondurre i paesi
europei a due gruppi:
·
esclusività
della farmacia nella distribuzione dei medicinali, in Austria un
numero molto limitato di farmaci può essere venduto fuori dalla farmacia alla
presenza di un druggist anche se, in realtà, non esiste un vero e proprio
canale distributivo alternativo alla farmacia; in Finlandia la
vendita dei farmaci senza obbligo di prescrizione deve avvenire sempre in
farmacia, ad eccezione dei disassuefanti per combattere la dipendenza da
nicotina. Tuttavia, è possibile l’acquisto autonomo, self-service, dei farmaci
da banco in farmacia senza la presenza di un farmacista o di personale qualificato; a questi paesi si aggiungono anche Francia,
Belgio, Spagna e Grecia.
·
non
esclusività della farmacia, in Danimarca, Germania, Irlanda, Italia, Paesi
Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Svezia, Svizzera e Regno Unito, tutti, o
solo alcuni farmaci SOP (General Sales List – GSL) identificati a livello di
singolo Stato, possono essere venduti fuori canale alla presenza/sotto la
supervisione o meno di un farmacista/personale qualificato.
Solo
a titolo esemplificativo delle differenziazioni esistenti a livello europeo,
anche tra Paesi che hanno canali di distribuzione simili, si pensi al modello
italiano e a quello portoghese: sia in Italia che in Portogallo tutti i farmaci
senza obbligo di prescrizione possono essere dispensati anche al di fuori della
farmacia purché con l’assistenza del farmacista. Tuttavia, mentre in Italia,
modello unico in Europa, vi deve essere la presenza costante di un farmacista
all’atto dell’acquisto del farmaco, in Portogallo il farmacista può essere
semplicemente supervisore del punto vendita.
Inoltre, alcuni Paesi europei permettono la vendita
di farmaci on line con differenti modalità di fornitura e modelli
organizzativi. Di solito, la vendita avviene da siti di farmacie o altri luoghi
autorizzati ma anche, è il caso dei Paesi Bassi, da siti virtuali di aziende
non necessariamente identificabili attraverso un luogo reale per quanto, nella
gestione degli ordini via mail, debba essere coinvolto un farmacista o
personale qualificato. Anche con riferimento alla vendita in rete esistono,
quindi, da Paese a Paese forti differenziazioni (Tabella 3).
Tabella 3. La distribuzione dei farmaci senza obbligo di prescrizione nei principali paesi europei – anno 2011.
Con riferimento alla proprietà delle sole farmacie,
se nella gran parte dei Paesi europei essa è, in via esclusiva in capo ad un
farmacista indipendente, è in crescita il fenomeno delle catene di farmacie in
molti Paesi (soprattutto nel nord Europa). In particolare, sono i distributori
che gestiscono direttamente catene di farmacie: questa tendenza è in incremento
e costituisce una direttrice di sviluppo sempre più importante.
A differenza di quanto accade nel nord Europa, dove
si assiste a una forte espansione dei gruppi di distribuzione pan-europei, in
Italia la distribuzione intermedia (tra azienda farmaceutica e canale di
vendita) viene gestita per l’82% dai grossisti.
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