6.1. Prospettive
sui farmaci non soggetti a prescrizione medica fino al 2014.
Nel triennio 2008-2010 il mercato dei farmaci senza
obbligo di prescrizione ha registrato tassi di crescita positivi (Figura 12).
Figura 12. Tasso di crescita della spesa
farmaceutica convenzionata (SSN) e spesa per farmaci senza obbligo di
prescizione – anni 2008-2014.
Il 2011 è stato invece caratterizzato da una battuta
d’arresto della spesa per farmaci senza obbligo di prescrizione, chiudendosi
con un mercato sostanzialmente piatto rispetto al 2010 (-0,1%). In particolare,
l’incremento del mercato OTC (+1,1%) è stato controbilanciato dalla contrazione
di quello SOP (-3,7%), in parte legato ad un ritardato effetto della stagione
influenzale rispetto agli anni passati, all’impatto di alcuni passaggi di
prodotti da SOP ad OTC e, presumibilmente, alla crisi economico-finanziaria che
può aver condizionato, come viene confermato anche dai dati di consumo, la
propensione all’acquisto di questi medicinali. L’andamento contrapposto tra la
spesa farmaceutica a carico del SSN e quella per farmaci SOP osservata nel
triennio 2008-2010, è meno marcata nel 2011: ad un mercato senza obbligo di
prescrizione sostanzialmente stabile (-0,1%) si affianca una spesa farmaceutica
a carico del SSN in forte diminuzione (-8,6%), per effetto delle misure di
contenimento della spesa introdotte nel corso del 2011 (come l’introduzione di
ticket sui farmaci in numerose realtà regionali quali ad esempio, Emilia
Romagna, Toscana e Umbria).
Tenuto conto dello stato attuale del mercato e
ipotizzando il mantenimento nel prossimo triennio delle attuali condizioni
normative, si suppone che nel 2012 l’andamento contrapposto tra spesa
farmaceutica a carico del SSN e per farmaci senza obbligo di prescrizione sia
ripristinata per effetto:
- della contrazione della spesa farmaceutica netta a carico del SSN del 4% dovuta al residuale impatto del taglio del prezzo di riferimento, ai ticket sui farmaci introdotti a livello regionale ed all’effetto prodotto dall’avvento di farmaci generici di alcuni principi attivi;
- di un deciso incremento del mercato senza obbligo di prescrizione (+7,6%) in seguito al delisting dei farmaci in classe C che prevede la riclassificazione di 230 farmaci da classe C a SOP od OTC. Ulteriori 117 confezioni sono state lasciate provvisoriamente in classe C, in attesa delle valutazioni della Commissione consultiva Tecnico-Scientifica dell’AIFA.
Nel quadriennio 2008-2011 il mercato senza obbligo
di prescrizione a volumi ha registrato un andamento decrescente (dal -0,1% del
2008 al-2,5% del 2011). In particolare, nel 2011, così come nel 2010, sia il
mercato OTC che, in misura ancor più consistente, quello SOP hanno avuto una
decisa riduzione, rispettivamente dell’1,4% e del -5,8%. Tale andamento trova
in parte giustificazione, come già ricordato, nella crisi economico-finanziaria
che influenza la propensione all’acquisto di questa tipologia di farmaci da
parte dei pazienti. I consumi dovrebbero riprendere a crescere nel 2012
(+4,3%), per effetto dell’ampliamento del mercato previsto dal delisting , per
poi riprendere a contrarsi nel biennio successivo (-1,7% nel 2013 e -1,5% nel
2014).
La composizione del mercato per classi terapeutiche
è influenzata, da un lato, dal quadro epidemiologico, dall’altro lato, dal
delisting dei farmaci in Classe C che
prevede la riclassificazione, tra gli altri, di farmaci ad uso dermatologico,
oftalmico, per l’apparato circolatorio, così come per gli analgesici. La somma
dei farmaci per l’apparato respiratorio con gli analgesici e i farmaci per
l’apparato digerente ha complessivamente rappresentato circa il 70% del mercato
totale. Nel prossimo triennio, le classi terapeutiche che dovrebbero registrare
i maggiori tassi di crescita e vedere incrementare la propria incidenza sul
mercato complessivo sono quelle più interessate dal delisting.
Complessivamente, nel prossimo triennio il mercato
dei farmaci senza obbligo di prescrizione, così come, nello specifico, quello
dei farmaci OTC, dovrebbe mantenere invariata la propria composizione per macro
area concentrandosi per più del 50% nel Nord, per circa il 22% nel Centro e per
il restante 28% nel Sud Italia.
In conclusione, possiamo quindi affermare che il
mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione è quello che ci permette di
fare un confronto ragionato sulle parafarmacie italiane rispetto alle
tradizionali farmacie. Alla luce dei dati fin qui analizzati possiamo dire che
il mercato di questi farmaci può essere influenzato da diversi fattori. Tra i
più importanti possiamo individuare il fatto che l’utilizzo di questi farmaci è
spesso vincolato alla presenza di piccoli disturbi, tali farmaci, infatti,
vengono utilizzati quasi esclusivamente quando se ne presenta la necessità e
quindi, come è giusto che sia, la pubblicità non è in grado di influenzarne
positivamente o meno le vendite. L’unico effetto che si può attribuire alla
pubblicità per quanto riguarda questo tipo di farmaci è quella di far preferire
al paziente un determinato tipo di farmaco rispetto ad un altro dedicato alla
cura della medesima patologia. Inoltre, si potrebbe aggiungere che la
pubblicità di questi farmaci permette al paziente di avere informazioni sulle
alternative terapeutiche presenti sul mercato per la cura di una determinata
patologia e di essere anche costantemente informato su quelle che sono le
novità in questo campo. Come si è detto precedentemente, infatti, la limitata
offerta terapeutica, almeno in termini di innovazione per quanto riguarda la
scelta dei principi attivi è un’altra delle caratteristiche che vincola
l’evoluzione del mercato di questi farmaci. Tale mercato si è comunque ampliato
negli ultimi anni a fronte anche di switch di particolari prodotti, ma anche di
iniziative Comunitarie ed italiane, soprattutto se si fa riferimento ai decreti
emanati nel corso dell’ultimo anno.
Come evidenziato anche sopra, su questo mercato
influisce in modo evidente la particolare condizione economica che coinvolge
anche il nostro paese negli ultimi anni. A fronte di questa grave crisi
economica, infatti, la maggioranza dei cittadini è piuttosto restia a spendere
denaro per l’acquisto di questi farmaci, preferendo invece i farmaci rimborsati
dal Servizio Sanitario Nazionale.
Inoltre, come risulta dall’analisi fin qui
effettuata, se un paziente decide di acquistare prodotti di tasca propria,
spesso preferisce ai farmaci senza obbligo di prescrizione i cosiddetti
prodotti salutistici o comunque di derivazione spesso naturale. Comportamento
questo che si inserisce in un più ampio cambiamento che riguarda addirittura lo
stile di vita delle persone che, mai come negli ultimi anni, sembrano ricercare
continuamente un nuovo contatto con la natura e l’ambiente , o comunque, con
tutto ciò che ad essi è collegabile. Nell’ottica di questa ricerca spasmodica
di un ritorno al contatto con la natura e alla ricerca di una qualità di vita
diversa, queste persone sono disposte a spendere cifre anche superiori pur di
scegliere prodotti diversi dai farmaci a cui sono abituati.
Alla luce delle variabili che possono influenzare
questo mercato, possiamo affermare che la vita e la sopravvivenza delle
parafarmacie italiane non sarebbe possibile se esse dovessero basare la loro
intera economia su questo tipo di farmaci. A fronte anche del fatto che, per
quanto parafarmacie e Corner GDO siano in grado di offrire al paziente prezzi
in media sempre inferiori, su queste tipologie di farmaci, rispetto alle
farmacie, queste ultime restano sempre il canale che ha maggiori vendite in
questo ambito, ma anche il canale preferito dagli italiani. Questa situazione,
dal mio punto di vista, può dipendere da diversi fattori. In primo luogo ho
potuto notare, anche personalmente, che vi è una mancanza di conoscenza
soprattutto per quanto riguarda parafarmacie e Corner GDO da parte dei
cittadini. La maggior parte delle persone infatti, a distanza di sei anni dallo
sviluppo di queste realtà economiche, non ha ancora del tutto compreso che
tipologie di farmaci possano essere acquistate in questi luoghi. Questa, a mio
avviso, è una carenza di comunicazione molto grave che influisce pesantemente
anche sullo sviluppo delle parafarmacie e dei Corner GDO nel nostro paese al
punto tale che ora come ora, sebbene questi due canali continuino ad erodere
quote di mercato alle tradizionali farmacie, non sono in grado di rappresentare
una concorrenza che possa in qualche modo modificare le abitudini dei cittadini
italiani o costituire vero motivo di modifica del sistema di distribuzione dei
farmaci. Cosa, questa, che potrebbe avere numerosi risvolti positivi,
soprattutto per i cittadini che potrebbero letteralmente risparmiare tempo e
denaro.
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